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lunedì 31 ottobre 2011

Un caleidoscopio di popoli ed ambienti:

il Camerun (Terza ed ultima parte)

Salve inguaribili viaggiatori,
continuo oggi la descrizione di quel caleidoscopio di popoli ed ambienti che è il Camerun.

Chi si fosse perso la prima parte, basta che clicchi su: Un caleidoscopio di popoli ed ambienti: il Camerun (Prima parte)

Terza tappa: nel regno di Rey Bouba
Punto di partenza e arrivo: Garoua
Lunghezza: 425 km

L'ultima tappa parte dalla città di Garoua capoluogo della provincia del Nord senza nessuna attrattiva turistica, se si esclude il mercato dell'artigianato dove si potranno trovare oggetti di artigianato di discreta fattura.

 Un inguaribile viaggiatore in Camerun – Ray BoubaSi parte seguendo la strada principale che scende verso sud in direzione di Ngaounderé. Superato il villaggio di Ngong si gira a destra verso la diga di Lagdo, che forma un bel lago artificiale a circa 80 km dalla partenza. Questa parte di strada inizialmente asfaltata si trasforma in sterrata dopo la diga.

La strada attraversa vari villaggi e corsi d'acqua che non presentano grossi problemi durante la stagione secca, ma che possono risultare ostacoli insormontabili durante la stagione delle piogge, nei mesi di luglio e agosto. Nella buona stagione, necessitano 3 - 4 ore di viaggio da Lagdo per raggiungere la cittadella di Rey Bouba, capitale dell'omonimo lamidato, rimasto in assoluto il regno più tradizionalista di tutto il Camerun.

Fondato all'inizio dell'Ottocento da Bouba Ngjida, il lamidato di Rey Bouba è rimasto fino all'inizio del XXI secolo fermo ad una sorta di medioevo feudale, con molti sudditi che ricoprivano il ruolo di schiavi ed eunuchi atti a sorvegliare il numeroso harem del palazzo. Il lamido aveva diritto di vita o di morte sui propri sudditi e, sebbene i casi di crimini gravi venivano giudicati dalla giustizia carnerunense, tutto il resto era controllato e giudicato dal lamido.

Una decina d'anni fa, la morte dell'anziano lamido (noto per le sue 50 mogli e le sue centinaia di schiavi) portò all'incoronazione del giovane primogenito, ansioso di modernizzare la struttura politico - organizzativa del regno. Questo comportò una serie di malumori all'interno della Fada, il consiglio degli anziani, che mal digerivano le innovazione in senso democratico che riducevano il loro potere, oltre ad un’atavica diffidenza di molti africani verso tutto ciò che tende a rompere con la tradizione degli antenati.
Il giovane lamido morì misteriosamente dopo un paio d’anni di regno.
Le voci popolari sui motivi della sua morte si sprecarono. Gli succedette il fratello minore Abdoulaye Aboubakary, che sta tentando una timida modernizzazione della società, cercando di non entrare in contrasto con gli anziani. Un inguaribile viaggiatore in Camerun – Entrata del palazzo del Lepido di Ray Bouba

Il palazzo del Lamido (XIX sec) fatto di grandi mura di fango è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità da parte dell’UNESCO ed è centro di tutta la vita della città. (foto a destra)

Occupa una superficie di 5 ettari ed al suo interno è una vera e propria cittadella dove vivono, oltre al mamido, le sue mogli, i notabili più importanti, i servitori e vi si svolgono svariate attività artigianali.
Ogni mattina all’alba i dignitari escono dal palazzo e annunciano l’inizio della giornata. Poi durante tutto l’arco del giorno è un continuo via vai di gente che chiede udienza al lamido.

Spesso i griot di corte si recano sulla piazza a cantarne le lodi, mentre tutti i sudditi si tolgono le scarpe passando davanti all’ingresso del palazzo. I turisti come tutti i sudditi possono chiedere udienza al lamido, e se sono fortunati lo possono ammirare seduto nel trono subito dopo l'ingresso.
È questa l'unica stanza in cui gli stranieri sono ammessi. Tutto il resto è off limits a chiunque non faccia parte dei nobili o della servitù di palazzo.

Particolarmente affascinante è trovarsi a Rey Bouba in occasione delle grandi feste del calendario musulmano, come la fine del Ramadan o la festa di Tabaski, 70 giorni dopo. In queste occasioni si può assistere alle parate dei cavalieri e vedere tutto il popolo riunito sulla piazza del palazzo prodigarsi in lodi al sovrano tra canti e danze. Un inguaribile viaggiatore in Camerun – Parco Nazionale de la Bonoué

A pochi km da Rey Bouba si può visitare il precedente palazzo, in rovina, di Rey Manga, che fu realizzato dal fondatore del regno Bouba Ngjidda all'inizio del XIX secolo. Il vecchio palazzo, immerso nel verde, è del tutto simile all'attuale, fatto salvo per lo stato di conservazione.

Le mura in buona parte in rovina ed un'unica guardia in uniforme a vegliare gli spiriti degli antenati che vi abitano emanano il fascino dei luoghi antichi carichi di storia. Si riparte da Rey Bouba lungo la pista per Tcholliré e alcuni km prima di raggiungere la cittadina si svolta a destra verso il Parco Nazionale de la Bonoué. (foto sopra)

Attraversato il parco, si raggiunge la strada nazionale dove si gira a destra, per percorrere il centinaio di Km che ci separano dalla nostra meta: Garoua

Informazioni a margine:

Nel nostro itinerario attraversiamo due dei nove parchi nazionali camerunensi (Web: www.cameroun-infotourisme.com/parcs-nationaux).
Nell’estremo nord del Paese il Parco Nazionale di Waza, nella sua parte occidentale e occupato da foreste non particolarmente fitte e savane arbustive, dove predominano le acacie, mentre nella parte orientale da una pianura erbosa.
All'interno del parco vi sono 500 km di piste percorribili durante la stagione secca e, soprattutto in prossimità delle pozze dàcqua, è facile avvistare grandi branchi di elefanti e giraffe, oltre a svariate specie di antilopi, gazzelle, struzzi e babbuini mentre più rari sono i leoni. n parcoinoltre ospita 379 specie di uccelli, tra nidificanti e migratori.

Il Parco Nazionale de la Benoué, sorto attorno all’omonimo fiume nel nord est del Camerun, si estende per 180.000 ettari. È stato creato nel 1968 e ospita la rara antilope di Derby, la più grande antilope africana. Lungo il fiume si possono osservare coccodrilli e ippopotami. Sono inoltre frequenti gli incontri con antilopi, babbuini, facoceri, bufali. Anche i birdwatcher non rimarranno delusi, con il turaco viola, vari uccelli acquatici e il raro "guardiano dei coccodrilli".
Per maggiori informazioni contattate il parco tramite email: ndiiddaandr@yahoo.fr

Alla prossima meta.
inguaribile.viaggiatore(at)yahoo.it

SCHEDA TECNICA CAMERUN


Per ulteriori informazioni:
Ambasciata del Camerun in Italia,
via Siracusa 88, Roma, tel. 06.44291285,
Email: info@cameroonembassy.it

Siti Web:
Ente del turismo del Camerun: www.cameroun-infotourisme.com (in lingua inglese e francese)
Ambasciata del Camerun in Italia: www.cameroonembassy.it

Come si raggiunge:
In aereo:
Sono molti i voli aerei che collegano l’Europa con il Camerun e se siete degli inguaribili viaggiatori fortunati, potete trovare dei voli a basso costo a prezzi molto interessanti.
In treno:
L'unico collegamento ferroviario internazionale è con la Repubblica Centroafricana (Belabo, 200 km a nord-est di Yaoundé).

Ambasciata:
Ambasciata italiana in Camerun
Quartiere Bastos
B.P. 827 Yaoundé
Tel.: +237 22203376 / 22212198 - Fax: +237 22215250
email: ambasciata.yaounde@esteri.it
Web: www.ambyaounde.esteri.it
Consolato Onorario a Douala (Camerun)
1440, AVENUE DU DOCTEUR JAMOT – AKWA - DOUALA
Tel. 00237 3342 50 27 / Fax. 00237.3342 97 81
e-mail: consolato.douala@email.it

Documenti:
Ai cittadini italiani serve il passaporto con sei mesi di validità e visto turistico da richiedere all'Ambasciata del Camerun a Roma.
Per maggiori informazioni sui tempi, costi e procedure di rilascio dei visti contattate:
Ambasciata del Camerun in Italia:
Via Siracusa, 4/6
00161 Roma - Italia
Tel: +39 06 44291285 - Fax: +39 06 44291323
Email: info@cameroonembassy.it
Web: www.cameroonembassy.it

Fuso orario:
Il Camerun ha lo stesso fuso orario dell'Italia, con un'ora in meno quando da noi è in vigore l’ora legale.
Voltaggio energia elettrica: 220 V (50 Hz)
Valuta: In Camerun la moneta è il franco CFA dell'Africa Centrale. Il suo cambio è fisso con l'euro.
1 euro equivale a 655 CFA
Vaccinazioni obbligatorie: febbre gialla.
Vaccinazioni consigliate: difterite e tetano, epatite virale A, epatite virale B, febbre tifoide, meningite meningococcica, rabbia, poliomielite.
Periodo consigliato: inverno primavera autunno.

Calendario 2012 degli inguaribili viaggiatori

giovedì 6 ottobre 2011

Un caleidoscopio di popoli ed

ambienti: il Camerun(seconda parte)


Salve inguaribili viaggiatori,
continuo oggi la descrizione del Camerun, con l’itinerario da Morosa a Garoua che è diviso in tre tappe.


Chi si fosse perso la prima parte, basta che clicchi su: Un caleidoscopio di popoli ed ambienti: il Camerun (Prima parte)

La prima tappa è un percorso ad anello attraverso il Parco Nazionale di Waza.
La seconda un tragitto, fra villaggi senza tempo e paesaggi vulcanici da Moroua a Garoua.
 Un inguaribile viaggiatore in Camerun – Waza National Park
La terza ancora un percorso ad anello da Garoua, nel lamidato di Rey Houba, Il regno più tradizionalista del Camerun e nel Parco Nazionale de la Benoué.
L'itinerario si volge In parte su strade asfaltate ed in parte su piste in terra battuta. Anche se non indispensabile, è meglio realizzarlo con un veicolo a 4 ruote motrici, soprattutto per le piste di montagna.

Prima tappa: l'estremo nord
Il nostro itinerario parte da Maroua, il capoluogo dell'estremo Nord del Paese, che raggiungiamo In aereo da Douala o Yaoundé, dove atterrano i voli internazionali.

La città, cresciuta attorno al fiume Mayo Kaliao, deve il suo nome a Bi-Marva un capo dell'etnia Giziga che si stabilì in queste regioni in epoca preislamica. La città non offre grandi attrattive turistiche, ma può risultare interessante una visita al palazzo del lamido locale.

I lamidati, che si trovano in tutto il territorio settentrionale del Camerun, sono degli antichi regni (sultanati) creati dai pastori fulbe. Convertitisi all'lslam verso la fine del XVIII secolo, i fulbe o fulani si espansero dalle originarie regioni saheliane verso la Nigeria ed il nord del Camerun, sconfiggendo e cacciando sulle montagne le popolazioni autoctone che si rifiutavano di abbracciare la nuova fede.

La visita al palazzo del lamido sarà particolarmente interessante se avverrà in concomitanza con una delle cerimonie che si svolgono con la presenza dei cavalieri che si lanciano in sfrenate corse con i cavalli bardati alla stregua dei tornei medievali. Fu proprio la cavalleria l'arma vincente nelle pianure alluvionali della regione.

Lasciamo Maroua in direzione nord lungo l'unica strada asfaltata di questo lembo di territorio stretto fra la Nigeria a ovest ed il Ciad a est.

Lungo il percorso troviamo i primi contrafforti della catena dei monti Mandara, che segnano il confine con la Nigeria sulla sinistra, mentre sulla destra si delinea sempre più un paesaggio di savane, che ci accompagneranno fino al Parco Nazionale di Waza.

Dopo 60 km raggiungiamo la cittadina di Mora, dove si svolge un piacevole mercato settimanale con le donne degli accampamenti peulh, che giungono in città per vendere il latte delle proprie mandrie.
Ma l'elemento più interessante della zona di Mora è il villaggio di Oudjilla, (foto sotto) che si raggiunge con una breve deviazione di un paio di km lungo una pista piuttosto sconnessa che si inerpica sulla montagna.
 Un inguaribile viaggiatore in Camerun – Tipica casa di Oudjilla
Il villaggio è abitato dall'etnia podoko, rimasta fedele alla religione tradizionale. L'anziano capo villaggio sarà orgoglioso di farvi visitare il saré, l'insieme delle abitazioni in fango dove abitano le sue 40 mogli.

Tra gli intricati labirinti delle abitazioni si trova anche una piccola stanza dove viene nutrito e accudito con grande riguardo un bue che sarà poi sacrificato durante l'annuale cerimonia di iniziazione dei giovani del villaggio.

Altri 60 km di strada asfaltata oltre Mora e arriviamo all'ingresso del Parco Nazionale di Waza, 170.000 ettari di foreste, savane e pianure erbose dove si possono avvistare antilopi, elefanti, giraffe e, se si ha un po' di fortuna, leoni.

Si attraversa il parco da nord-est verso sud-ovest per raggiungere il villaggio di Pouss lungo una pista di sabbia che si trasforma in strada asfaltata verso il lago artificiale di Maga.

Se arrivate a Pouss il martedì potrete godere del bellissimo mercato settimanale frequentato da diverse etnie con molti mercanti che arrivano dal Ciad attraversando in piroga il fiume Logone. A Pouss si trovano ancora alcune case a "obice". Si tratta di abitazioni tradizionali in bancò (fango crudo misto a paglia) dalle elaborate decorazioni, realizzate dagli abitanti di etnia Mousgum originari del luogo. La pista per tornare verso Maroua inizia costeggiando il grande lago Maga formatosi dopo la costruzione di una diga.

Seconda tappa: i monti Mandara
Punto di partenza: Maroua
Punto di arrivo: Garoua
Lunghezza: 296 km

Ripartiamo da Maroua in direzione ovest lungo un itinerario che ci porterà verso i monti Mandara, uno dei luoghi più spettacolari del Paese, al confine con la Nigeria.

Lasciamo Maroua in direzione del villaggio di Meri lungo una pista che sale lentamente verso le montagne, dove si trovano innumerevoli villaggi di capanne in fango dai tetti di paglia, che hanno mantenuto intatte le loro credenze nelle religioni tradizionali. Questi minuscoli agglomerati si trovano spesso arroccati su dirupi che dominano le valli verso la Nigeria, da cui arrivarono gli invasori musulmani con i loro cavalli incapaci di arrampicarsi sui monti.

Uno dei punti più belli di questa prima parte di itinerario lo incontriamo in prossimità del colle di Koza, dove tra i villaggi circondati da campi di miglio e di mais si trova anche un forno dalla curiosa forma antropomorfa. Qui i fabbri, una casta allo stesso tempo temuta e disprezzata nelle società africane (moltissimi racconti dei cantastorie africani parlano di fabbri temuti come maghi, perché conoscono il segreto del fuoco e dei metalli), riescono a raggiungere le altissime temperature necessarie alla fusione del ferro.

Alla sommità del colle si trova anche una piccola cooperativa di artigiani che si finanziano vendendo oggetti prodotti localmente. Si scende dal colle di Koza per raggiungere il centro di Mokolo, porta d'ingresso ai monti Mandara. Da Mokolo si segue la pista che scende verso sud costeggiando la frontiera con la Nigeria.

Una breve deviazione proprio sul limite del confine ci porta al villaggio di Tourou. Anche in questo villaggio bisogna arrivare nel giorno di mercato, che si svolge il giovedì. Un inguaribile viaggiatore in Camerun – Mercato di Tourou
In questa giornata le donne di etnia hidé si recano al mercato indossando, oltre ai classici abiti multicolori di tessuti stampati, curiose e bellissime piccole zucche decorate come copricapo.
Le decorazioni non sono casuali, ogni disegno rappresenta un particolare messaggio, che la donna manda agli altri abitanti del villaggio. Le zucche poi si trasformano in comodi recipienti per bere la birra di miglio, molto apprezzata dalle popolazioni animiste che abitano queste montagne.

Infatti nel tardo pomeriggio, quando il mercato volge al termine, non sono molti gli abitanti che possano dirsi sobri nel momento in cui rientrano al proprio villaggio.

Si ritorna sui propri passi e si prosegue lungo una pista che serpeggia tra le colline In direzione di Rhumsiki nel cuore di quella che viene comunemente definita la Monument Valley d'Africa.

Il villaggio di Rhumsiki è al centro di una vasta zona di picchi vulcanici che si innalzano da un altopiano ricco di pascoli verdeggianti durante la stagione delle piogge. I prati si tingono invece di giallo con gli arbusti rinsecchiti durante la stagione secca. Un inguaribile viaggiatore in Camerun – Rhumsiki panorama

E’ la regione dell’etnia kapsiki, un’etnia di agricoltori rimasti in gran parte legati alla tradizione, in cui le cerimonie di iniziazione e i funerali si svolgono seguendo complessi cerimoniali tanto spettacolari quanto incomprensibili agli occhi dei viaggiatori.

Una delle curiosità da non perdere di Rhumsiki è senz'altro l'indovino del granchio. Un anziano signore dall'aria sorniona che consulta un granchio di fiume parlandogli come ad un telefono cellulare prima di posizionarlo dentro una calebasse (zucca tagliata) piena di sabbia e legnetti.
Dopo averla ricoperta, si attendono alcuni minuti prima di togliere il coperchio e il percorso del granchio rivelerà all'indovino le risposte ai quesiti dei clienti.

Sebbene ad una prima impressione il tutto sembri una semplice attrazione turistica, l'indovino gode di una grande reputazione tra tutti gli abitanti della regione e sono moltissime le persone che vengono a consultarlo per avere una risposta ai loro problemi.

Se avete tempo e voglia di camminare per qualche ora, c'è anche la possibilità di farsi accompagnare lungo il sentiero che porta alla sommità del pinnacolo più vicino al villaggio, per godere una panoramica eccezionale sulle valli circostanti. Da Rhumsiki, si prosegue sempre sulla pista che scende verso sud costeggiando le montagne fino a raggiungere il grosso centro abitato di Garoua.

La continuazione del mio racconto sul caleidoscopio di popoli ed ambienti che è il Camerun, lo potete leggere su: Un caleidoscopio di popoli ed ambienti: il Camerun (terza ed ultima parte)

Alla prossima meta.
inguaribile.viaggiatore(at)yahoo.it

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In aereo:
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In treno:
L'unico collegamento ferroviario internazionale è con la Repubblica Centroafricana (Belabo, 200 km a nord-est di Yaoundé).

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Periodo consigliato: inverno primavera autunno.

lunedì 19 settembre 2011

Un caleidoscopio di popoli ed

ambienti: il Camerun (prima parte)


Salve inguaribili viaggiatori,
la meta che volevo oggi segnalarvi è una meta con paesaggi sconfinati e maestosi, dove sopravvivono antichi regni con tradizioni secolari e i parchi nazionali più ricchi di flora e fauna dell'Africa Centrale, ovvero in Camerun settentrionale, che è un coloratissimo caleidoscopio di popoli e ambienti.



 Un inguaribile viaggiatore in Camerun – Waza National ParkSiki era un cacciatore in cerca di terre ricche d'acqua e selvaggina. Quando le trovò fu attaccato dai cavalieri fulbé provenienti da nord, che lo costrinsero a fuggire in queste zone.
Da qui, insieme ad altri cacciatori, organizzò una strenua difesa, nascondendosi nelle grotte di questo picco, finché gli assalitori non decisero di arrendersi. Così altri membri della famiglia di Siki si trasferirono in quello che oggi è il villaggio di Rhumsiki, letteralmente la "montagna di Siki”.

Siamo a Rhumsiki, sui monti Mandara, nel Camerun settentrionale, una regione ricca di leggende e di grandi suggestioni.
Picchi vulcanici punteggiano un paesaggio sconfinato e incontaminato.
Grandi spuntoni di roccia sono sparsi qua e là, come se fossero stati conficcati a qualcuno su questi rilievi morbidi e verdeggianti.

 Un inguaribile viaggiatore in Camerun – Picco di RhumsikiDa queste parti si dice che quando Dio creò questa terra, fece prima il picco di Rhumsiki, ma questo si sentiva così solo che chiese al Creatore di dargli compagnia. E così Dio creò lo spuntone di roccia lì accanto». (foto a destra)

Ben poco sembra essere cambiato, in questo paesaggio calmo e maestoso, dall'epoca della creazione. Specialmente percorrendo il sentiero che circonda il grande picco di roccia.

In questa regione vivono gli kapsiki, un popolo di gente fiera e orgogliosa, molto legata alla propria cultura, tradizione e religione. Per provare a penetrarne qualche mistero, la tappa obbligatoria è la visita al sorcier aux crabs, Djaoro Zamte, lo stregone del villaggio.
Con i suoi granchi di fiume prevede il futuro e benedice i raccolti, legge la sorte e la propizia. Djaoro Zamte, l'indovino, è un punto di riferimento imprescindibile per gli abitanti del villaggio. E, sempre più, per i turisti.

Ma non c'è finzione o mistificazione nei suoi gesti rituali che dispensa alla gente del posto, così come allo straniero che viene da lontano. Lui è l'erede di un'antica tradizione che si tramanda di padre in figlio. Lì, sempre in quel luogo e sempre con gli stessi gesti, che sfidano immutabili lo scorrere del tempo.

Arcobaleno di colori
La regione è vasta e le strade non sempre buone.
Da Rhumsiki, ci vogliono un paio d'ore d'auto per raggiungere la cittadina di Mokolo. Qui la prospettiva cambia radicalmente: non più paesaggi vasti e silenziosi, ma l'arcobaleno vociante e allegro di un grande mercato, un microcosmo essenzialmente femminile, dove le donne esibiscono i loro abiti sgargianti e le loro mercanzie disposte in bella mostra.

 Un inguaribile viaggiatore in Camerun – Mercato di TourouAltrettanto spettacolare è il mercato di Tourou. (foto a sinistra)
Qui sono protagoniste le donne di etnia hidé, che sfoggiato i loro tradizionali copricapi, realizzati con le calebasse, zucche finemente disegnate e dipinte con motivi geometrici. Il viaggio prosegue verso nord. Nel villaggio di Oudjilla, colpiscono soprattutto le abitazioni di fango abilmente decorate. Sono le case delle mogli del grande capo dell'etnia podoko. Si dice che ne abbia almeno quaranta. Lui sorvola volentieri sulla questione, sempre che si abbia la pazienza e la fortuna di riuscire ad incontrarlo.

AI di là degli aspetti apparentemente folcloristici, che colpiscono il viaggiatore, come gli altri capi tradizionali della zona, continua ad essere una figura molto autorevole e rispettata. Spesso più della stessa autorità statale. Questo vale soprattutto per i lamido, i sultani discendenti dei cavalieri fulbe (in italiano e inglese "fulani", in francese "peulh"), che conquistarono questa regione a inizio Ottocento e vi introdussero l'islam. Ancora oggi il territorio del nord del Camerun è organizzato in “inamidali”, una sorta di dipartimenti, gestiti come veri e propri regni, tuttora molto potenti, al punto da essere riconosciuti dal governo.

I lamidi infatti mantengono ancora oggi forti poteri, specialmente per quanto riguarda l'amministrazione delle terre, matrimoni e questioni familiari. Un po' ovunque nella regione, i fulbe sono riusciti ad armonizzare le antiche tradizioni dell'Africa subsahariana con quelle importate dal mondo arabo-musulmano.
A Maroua, capoluogo della regione dell'Estremo Nord, con un po' di fortuna è possibile assistere a un'uscita della cavalleria del lamido, che si schiera davanti al palazzo del sultano.

I griots (cantastorie) ne annunciano l'arrivo, dopodichè fantini e cavalli, riccamente bardati, si esibiscono in cariche di fronte a una folla ammirata.
È giorno di festa e il lamido Bakary Yerima Bouba Alioun riceve i suoi visitatori seduto su un enorme trono, circondato dai suoi notabili. Un altro lamido famoso e influente è quello di Rey Bouba, un regno molto tradizionalista nell'area di Garoua spostandosi più a est, verso il Ciad, cambia non solo il paesaggio, ma anche le popolazioni e dunque le tradizioni, le culture o la struttura sociale.

 Un inguaribile viaggiatore in Camerun – Tipica casa di PoussCome nel villaggio di Pouss, un luogo magico, dove gli abitanti di etnia mousgoum costruiscono le loro case a forma di obice. (foto a destra)
Le strutture sono così particolari da aver suscitato l'ammirazione di André Gide che di passaggio da queste parti, scrisse che somigliavano più all'opera di un vasaio che di un muratore.
Le linee morbide e armoniche di queste abitazioni si inseriscono mirabilmente in un paesaggio grandioso e ancora sostanzialmente incontaminato. E rinviano ai miti e ai misteri di questa popolazione che conserva molti elementi della tradizione e vive pacificamente con i suoi vicini musulmani.

Insomma, il Camerun è uno straordinario caleidoscopio di popoli e culture. Non per niente, i suoi abitanti ripetono continuamente - e con malcelato orgoglio - che il loro Paese è un "Africa in miniatura". C'è davvero da creder loro!

La continuazione del racconto di questo viaggio in Camerun, continua su: Un caleidoscopio di popoli ed ambienti: il Camerun (seconda parte).

Alla prossima meta.
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Ambasciata:
Ambasciata italiana in Camerun
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Periodo consigliato: autunno, inverno e primavera