Arcipelago ad impatto zero: Seychelles
Nazione all’avanguardia per la tutela dell’ambiente, sa però offrire anche resort di gran lusso
Salve inguaribili viaggiatori, oggi continuo a farvi sognare con il mare d'inverno e vi ricordo che venticinque anni fa, le Seychelles erano un incanto: il loro fascino discreto attirava gli inguaribili viaggiatori che apprezzavano la solitudine delle spiagge, la ricchezza naturalistica dell'entroterra e l'atmosfera silenziosa, disturbata (raramente) dal motore di qualche Mini Moke, le automobiline decapottabili prese in affitto dagli stessi viaggiatori.
Ma, una volta tanto, nessuna nostalgia perparadisi ormai irrimediabilmente perduti: a differenza di altre mete tropicali, l'inesorabile avanzata di un turismo sempre più invadente non ha sfigurato queste isole dell'oceano Indiano.
Qualche concessione al lusso di esclusivissimi resort, e nulla più. Ma l'identità ecofriendly delle Seychelles non è frutto del caso: già all'inizio degli anni Novanta era stato formulato dal governo un piano di tutela ecologica (fu la prima nazione africana ad approvare un programma di questo tipo).
Nel 2003, un documento del ministero del Turismo e dei trasporti ha ulteriormente fissato i principi per un ecoturismo lungimirante e redditizio al tempo stesso: ovvero un approccio in grado di conciliare lo sviluppo di hotel e strutture ricettive – il turismo rimane una fonte irrinunciabile di ricchezza per questo Paese - con il rispetto per l'ambiente.
Cosi adesso circa il 47% delle terre emerse delle 115 isole che compongono l'arcipelago è sotto tutela, esistono due parchi nazionali terrestri e sette marini, è vietato costruire edifici più alti della vegetazione circostante, altrettanto vietate le costruzioni sulla battigia e, se proprio qualcosa si deve realizzare, si dà tendenzialmente la preferenza a piccoli complessi con un numero limitato di camere. È il caso, per esempio, della sciccosissima Round island, a pochi chilometri da Praslin, dove recentemente è stato aperto un elegante resort con tre ville e una suite padronale: tutte rigorosamente costruite con legni autoctoni e sfruttando il granito locale.
Ma, per una vacanza a impatto zero, non è sempre necessario fare scelte costose: Bird island, isola corallina a un centinaio di chilometri da Mahé, è il rifugio di migliaia di uccelli, tra cui diverse varietà di sterne, inoltre sulle sue spiagge vengono a nidificare, tra ottobre e febbraio, le tartarughe marine.
L'isola accoglie gli amanti della natura nel piccolo e semplice Bird island lodge, dove sono bandite aria condizionata, tv e piscina. Da non perdere, per gli appassionati di birdwarching, anche la riserva naturale di Aride island, facilmente raggiungibile con un'escursione in giornata da Praslin, e le isole di
Cousin e di Curieuse: queste ultime sono siti molto importanti dal punto di vista naturalistico-ambientale. Cousin viene definita l'isola cha appartiene agli uccelli (pare ne vivano più di trecentomila), Curieuse ospita un centro di riproduzione delle tartarughe giganti.
L’inguaribile viaggiatore che ama la natura più selvaggia dovrebbe assolutamente visitare I’atollo di Aldabra, distante un migliaio di chilometri da Mahé. Dichiarato Patrimonio mondiale dell'umanità dall'Unesco, è un luogo incredibile, dove si riproducono migliaia di tartarughe giganti.
Una volta era accessibile soltanto agli studiosi, oggi invece anche le imbarcazioni private possono spingersi fin qui, sotto l'attenta supervisione di un membro del Seychelles island foundation (per info: www.sif.sc).
Quanto alle tre isole maggiori, ovvero Mahé, Praslin e La Digue, sebbene siano state più sfruttate (turisticamente parlando), riservano comunque grandi sorprese.
Praslin è famosa nel mondo per la vallée de Mai, l'area protetta dove cresce la palma del coco de mer, simbolo stesso delle Seychelles. Gli amanti dell'understatement adorano invece La Digue, con i suoi carri trainati dai buoi e le bellissime spiagge. Qui il contatto con la natura è ancora più vero, grazie alle numerose pensioncine a gestione familiare, valide alternative ai resort di lusso.
Last but not least, l'isola principale, Mahé.
Due i parchi naturali marini che meritano una visita: il Sainte-Anne marine national park, formato da sei isole allargo della capitale Victoria, è perfetto per lo snorkeling tra i banchi corallini.
Dalla parte opposta dell'isola c'è il Port Launay national park: una distesa di mangrovie per una delle aree protette meno conosciute di Mahé. Ma anche l'entroterra dell'isola dovrebbe essere esplorato: i sentieri del Morne Seychellois national park permettono di inoltrarsi nella giungla primitiva, tra i secolari alberi takamaka.
Infine Mahé, a differenza di quasi tutte le altre isole dell'arcipelago, consente di venire a contatto con la multietnica cultura locale: qui c'è l’africa nelle tradizioni e nel colore della pelle, c'è l'Europa nella lingua, ma non mancano comunità di hindu e cinesi.
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Alla prossima meta.
inguaribile.viaggiatore(at)yahoo.it