Salve inguaribili viaggiatori,
Oggi l’inguaribile viaggiatore Modestino Picariello, ci parla della focaccia di Recco e della farinata di Genova.
Se anche voi volete aiutare questo blog di viaggiatori a crescere, inviatemi il racconto di qualche vostro viaggio o di qualche ricetta che vi è riuscita particolarmente bene, al seguente indirizzo email: inguaribile.viaggiatore(at)yahoo.it
Ecco il suo racconto:
La frase “in Italia puoi mangiare bene ovunque” non è una banalizzazione, è solo sincerità.
C’è da dire innanzitutto che la focaccia (rigorosamente al formaggio) a Recco è come la pizza a Napoli: ognuno crede che la sua sia migliore di quella delle altre ed addirittura si aprono fazioni di tifosi, tra chi ne consiglia una e chi un’altra. Alla mia guida che mi elencava i vari luoghi classici dissi, come discrimine, “fammi gustare una focaccia che racconti una storia”. “E allora, risponde lui, ti posso portare solo da Manuelina”.
Ed aveva ragione: Manuelina è innanzitutto una storia di successo, di una donna ligure che alla fine dell’800 decide di aprire una trattoria nella periferia del piccolo paesino di Recco, sulla riviera di ponente e in poco tempo conquista tutta la Belle Epoque. Come fa? Con pochi piatti scelti, ingredienti semplicissimi, tanta passione ed un servizio unico.
Per venire a gustare la sua famosissima focaccia al formaggio, non c’era orario o titolo nobiliare che tenesse: teste coronate, ma anche persone comunissime, sapevano di poterla trovare sempre, manuelina, insieme alla sua focaccia, col formaggio che, uscendo dall’impasto, disegnava un cremoso sorriso che restava stampato sui baffi di chi la apprezzava.
Oggi, quasi un secolo e mezzo dopo, nulla ha scalfito la qualità del prodotto, Manuelina è diventata un locale di primissima scelta, e nel menù una pagina intera è dedicata alla storia della fondatrice e agli ingredienti del suo piatto (che ha ricevuto, tra l’altro, il marchio IGP), che qui riassumiamo: formaggio fresco da latte tracciato ligure, olio extravergine d’oliva, farina manitoba di tipo 00, e, ci tengono a precisare, la nostra personale manipolazione.
Sulla farinata, invece, lieto di aver dovuto cambiare una convinzione personale: che l’unica vera farinata di ceci fosse quella che potevi gustare in Toscana e nota col nome di “cecina”. A Genova cambiano completamente l’impasto e il gusto, da una specie di “crostata” si passa ad una “frittata”, incredibilmente morbida dentro quanto croccante fuori, di altissima digeribilità e che viene difesa come piatto tipico e mangiato solo dai veri genovesi.
In entrambi i casi il palato va in estasi e lo stomaco non viene affatto appesantito, anzi, reclama prepotente e giustamente il bis. Focaccia di Recco e farinata: ogni morso mancato è un’occasione persa.
giovedì 19 settembre 2013
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