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venerdì 15 giugno 2012

Il tabbouleh (tabulé) estivo

Salve inguaribili viaggiatori
oggi vi segnalo la ricetta del tabbouleh (tabulé) che è un piatto freddo, ideale sia per un pranzo che per una cena.


Ovviamente questa ricetta è solo una delle tante interpretazioni possibili.

Tempo di preparazione: 2 ore
Tempo di cottura: 30 minuti

Gli ingredienti per 4 persone sono quelli presenti nella foto sottostante:
Un inguaribile viaggiatore in cucina - il tabbouleh

Questa volta, per facilitarvi la vita :-) ve li elenco:
300 gr. di couscous
1 peperone rosso grande o due di piccoli
1 melanzana viola tonda
2 zucchine
300 gr. di pomodoro
Basilico e origano fresco
50 gr di nocciole tonde delle langhe
Sale
Olio extravergine d’oliva italiano
50 gr salmone affumicato

Preparate il cous cous, per velocizzare la ricetta si può usare quello precotto.
Lasciatelo riposare mentre preparate tutte le verdure, tagliando a jullienne zucchine e peperoni e a cubetti melanzana e pomodoro (meglio se sbucciato).

In una padella con olio caldo saltate le zucchine e successivamente le melanzane, poi metà dei peperoni, lasciateli riposare su di un foglio di carta da cucina.

A questo punto prendete le nocciole e tritatele grossolanamente; metà di questa granella vi servirà per fare un pesto con una parte di basilico e l’olio di oliva extravergine.

Con il restante basilico e con l’origano (chi vuole può mettere anche della menta) fate un trito che servirà per dare freschezza e aroma al nostro piatto.

Ora gli ingredienti hanno questo aspetto:

Un inguaribile viaggiatore in cucina - il tabbouleh

Ora non ci resta che assemblare il piatto mescolando in una capiente ciotola il cous cous sgranato e condito con il nostro pesto ed infine aggiungere tutte le verdure preparate e completare con una spolverata di granella di nocciole e di erbe aromatiche tritate.

Chi desidera arricchire il tabulè può aggiungere delle fette di salmone affumicato tagliato a striscioline.

Aggiungete infine l’olio extravergine d'oliva e la menta a vostro piacere.
A questo punto la ricetta è finita, dovete solo lasciare il tutto per almeno 2 ore in frigorifero e poi servite fresco.

Un inguaribile viaggiatore in cucina - il tabboulehUn inguaribile viaggiatore in cucina - il tabbouleh

Anche se la nostra meta è la spiaggia non guasta una gradevole presentazione del piatto, che coniuga anche la possibilità di trasportare il tabulè in modo comodo.

Basta riempire dei pirottini di alluminio con il nostro cous cous e una volta al mare si rovesciano facilmente in un piatto di plastica ed il pranzo è servito come da fotografia sottostante.
Un inguaribile viaggiatore in cucina - il tabbouleh
Il Tabblouleh è ideale per essere portato in spiaggia in una borsa frigo.

Alla prossima ricetta.
inguaribile.viaggiatore(at)yahoo.it

lunedì 21 maggio 2012

Valtidone WineFest dal 2 al

23 settembre 2012

Salve inguaribili viaggiatori,


Un inguaribile viaggiatore al Valtidone Wine Fest
uno dei problemi che affligge chi come noi vuole scoprire un’Italia cosidetta "minore", è quello di venire a conoscenza di ottime iniziative solamente il giorno che iniziano o addirittura leggiamo sul giornale che “ieri” c’è stata una manifestazione che tanto ci interessava e questo ci impedisce di organizzarci per andare a partecipare.

Per questo motivo, con largo anticipo, vi volevo segnalare che dal 2 al 23 settembre 2012 si terrà il Valtidone WineFest, manifestazione ideata per poter assaporare l’enogastronomia di questa valle.

Nelle quattro domeniche di settembre (mese della vendemmia), nei comuni di Borgonovo, Ziano, Nibbiano e Pianello, si svolgeranno spettacoli, incontri, approfondimenti culturali che permetteranno agli inguaribili viaggiatori, di degustare le specialità tipiche di questa vallata che ricordo che è la valle più ad ovest della provincia di Piacenza.

Un inguaribile viaggiatore al Valtidone Wine Fest
Il programma è ancora in fase di definizione, ma le prima anticipazioni, dicono che ogni domenica, sarà dedicato ad un vino diverso:
- il 2 settembre a Borgonovo inizia il Valtidone WineFest con “Ortrugo e Chisöla”, dove si potrà degustare l’ Ortrugo,
- il 9 settembre a Ziano si continua con il week end dedicato ai “Sette Colli in Malvasia”
- il 16 settembre a Nibbiano ci sarà la degustazione di vini passiti a autoctoni con “DiTerreDiCibiDiVini”
- il 23 settembre a Pianello si termina con i vini frizzanti con “Pianello Frizzante”

A questi appuntamenti, saranno presenti oltre 40 Cantine della Valtidone, che per l’ occasione metteranno in mostra tutte le loro eccellenze vinicole.

Per maggiori informazioni: Segreteria Valtidone WineFest - Tel. 0523.861823
E-mail: info@valtidonewinefest.it
Web: www.valtidonewinefest.it

E poi non dite che non eravate stati informati!!!!!!!!!!!!!

Alla prossima meta.
inguaribile.viaggiatore(at)yahoo.it

giovedì 26 aprile 2012

Stoccolma a tavola (seconda parte)

Salve inguaribili viaggiatori

continuo a parlarvi oggi di Stoccolma sotto l'aspetto enogastronomico, chi si fosse perso la prima parte dell'articolo, lo trova cliccando su: Stoccolma a tavola (prima parte).

Il pranzo di solito è leggero: il menù del giorno (Dagens Rätt) prevede un piatto unico, di solito, polpette di carne (köttbullar) o di pesce (fiskbullar), accompagnate dacontorno.

Si possono anche trovare delle gustose zuppe, specie di verdure, di cui due molto diffuse e antiche: “tisdagssoppe” o zuppa del martedì, a base di orzo, latte e patate e "arter med flask”, zuppa del giovedì, con piselli gialli e maiale, spesso servita con un po' di senape e sottili frittelle.

I nomi risalgono ancora al Medioevo, quando il paese era cattolico e seguiva il calendario dei digiuni, quindi nei giorni precedenti erano preparati piatti molto nutrienti per resistere ai mercoledì e ai venerdì di penitenza.

La cena è considerato il pasto più importante e di abitudine gli svedesi cenano abbastanza presto, di già verso le 18.

Per cena, quindi, si trovano piatti più elaborati come la lonza di maiale sotto sale o in salamoia bollito e servito, poi, con purè di pertinaca, che per secoli ha costituto il piatto di carne tipico della mensa svedese, o lo stufato di montone e cavolo. Sono piatti tipici ed antichissimi.

Si possono anche assaggiare dei piatti a base di alce che sono una specialità lappone. La carne di alce è magra, ma saporita, viene accompagna da patate bollite.

In Svezia si può, anche, mangiare l'oca arrosto, preparata soprattutto, e di rigore, il 10 di Novembre, la vigilia del giorno di San Martino, mantenendo una tradizione millenaria che prevede, inoltre, per i più arditi una zuppa spessa e dolciastra fatta col sangue dell'animale (Svartsoppa).

Un capitolo a parte merita il pesce che è l’alimento principale della cucina svedese; viene fatto in tutti i modi, cotto, marinato, affumicato, crudo, condito con diverse salse. Non mancano mai salmoni, anguille, baccalà, merluzzi e crostacei vari.
Ricordiamo tra queste specialità:
- Gravalx, salmone affettato sottilmente e marinato in zucchero, erbe e sale, di solito servito come antipasto, e accompagnato da hovmästarsås (noto anche come gravlaxsås) e salsa di senape, sia su qualche tipo di pane o con patate bollite.
- SurstrÖmming, aringa fermentata.
- Kräftskivor, ovvero, delle piccole aragoste che si trovano principalmente durante la stagione della pesca (agosto), solitamente aromatizzate con sale, zucchero e grandi quantità di erbe.
- “Jansons frestelse” (la tentazione di Janson), uno sformato di patate con acciughe marinate e cipolle.

Nella vostra permanenza a Stoccolma, vi consiglio di partecipare ad uno Smörgasbord, ovvero un ricco buffet, usanza che ha un posto d’onore nella gastronomia svedese.

Si tratta di una tavola imbandita con moltissimi piatti, caldi e freddi, dove ognuno si serve di piccole porzioni.
Si possono trovare pane di diverse qualità (di segale, d’orzo tostato e il classico pane di frumento) e crostini croccanti, serviti con burro salato, formaggio svedese, acciughe marinate e salmone, salsa baltica con gamberetti, uova sode e caviale, sottaceti, carne fredda di vari tipi e tanto altro ancora.

La tradizione dolciaria è anch'essa molto ricca: ottimi i pepparkakor, biscotti allo zenzero di tradizione natalizia; i lussekatter, pagnottine dolci a forma di S con zafferano e uvette; il kanelbulle dolce con cannella mangiato con il caffè a metà mattina o per la merenda; la jorbgubbstårta, tipica torta di fragole, servita soprattutto in occasione del solstizio d’estate.

Il dessert tradizionale svedese, però, è la spettkaka, è una spettacolare torta di mele a forma piramidale, altissima (circa 1 metro), croccante e leggerissima (la consistenza può ricordare una meringa) con tantissime uova e cotta ‘allo spiedo’.

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martedì 24 aprile 2012

Stoccolma a tavola (Prima parte)

Salve inguaribili viaggiatori,
ieri vi ho parlato di Stoccolma nell'articolo: Stoccolma fra leggende e caffè, ed allora oggi vi porto a conoscere le tipicità gastronomiche di questa città, dove nel corso degli ultimi anni si è assistito ad un notevole aumento di ristoranti di ottima qualità.


Oggi Stoccolma è in grado di offrire un’abbondanza di ristoranti, caffè, pub e bar, ma dimenticatevi di poter mangiare economicamente, a meno di non scegliere menù fissi o gli internazionali fast-food.

Vi ricordo, inoltre, che vino, birra e liquori hanno prezzi elevati in Svezia a causa della pesante tassazione.

Oltre che nei ristoranti e nei bar, i liquori e la maggior parte delle birre
possono essere acquistati solo in negozi di proprietà dello stato (Systembolaget), durante le ore d'ufficio nei giorni feriali.

Due aree vivaci per mangiare e bere, sia per gli svedesi sia per i viaggiatori, sono SÖdermalm e l’isola di Kungsholmen, e anche la zona dei mercati coperti dove è possibile assaggiare la cucina casalinga tradizionale svedese, anche se nella pausa pranzo sono presi d’assalto.

In particolare vi suggerisco Östermalmshallen che è uno splendido mercato coperto in uno spettacolare edificio del 1888, in cui si possono anche acquistare pane, formaggi, pesce, frutta e verdura tipici della cucina svedese o direttamente pranzare con specialità quali il cuore di renna affumicato o il salame di alce da Andersson Fågel & Vilt oppure se vi piace il pesce della tradizione svedese una tappa obbligata è da Lisa Elmqvist, dove c’è l’imbarazzo della scelta tra aringhe marinate, salmone affumicato, uova di coregone e ostriche freschissime.

Per una passeggiata culinaria nella Stoccolma cosmopolita vi consiglio HÖtorgshallen, dove si possono provare i sandwich con aringhe da Kajsas Fisk, o un kebab da Izmir oppure un panino con morbida salsiccia piccante e verdure da La Gazelle, mentre da Bondens Matbod si trovano le specialità svedesi e da Melanders si possono gustare ottimi piatti di pesce.

A Stoccolma, anche la cucina di strada ha uno stile unico con aringhe per buongustai e hot dog take away
speciali come ad un chiosco vicino a Östermalmshallen, dove si può scegliere tra 40 tipi diversi di hot dog, tra questi panini con Coburger Berzelii, merguez (salsiccia piccante) oppure Thüringer weisswurst con mostarda e salse segrete, naturalmente, accompagnati dai crauti.

Gli svedesi iniziano la loro giornata con un'abbondante colazione (frukost), come da tradizione nei paesi nordici, dove si possono trovare uova sode o strapazzate, prosciutto, formaggi, cereali, succhi di frutta, yogurt, salsicce, polpette e pane e a volte anche il porridge che è una minestra d'avena condita con latte, panna e marmellata.

La descrizione di Stoccolma sotto l'aspetto enogastronomico continua su: Stoccolma a tavola (seconda parte),

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mercoledì 18 aprile 2012

Amburgo enogastronomica (seconda

ed ultima parte)

Salve inguaribili viaggiatori

Continuo oggi a raccontarvi Amburgo sotto l'aspetto enogastonomico, se vi siete persi il primo articolo non vi resta che cliccare su: Amburgo enogastronomica (prima parte)


Da provare è anche il pane di Amburgo che è declinato in varie forme e tipologie, tra queste da segnalare il Vollkornbrot, pane ai cereali o il weissbrot, il comune pane bianco.
Capitolo a parte va dedicato alla cucina che si basa sulle specialità a base di prodotti ittici.

In Germana, Amburgo è considerata una delle migliori città per chi vuole mangiare del pesce freschissimo, in quanto i pescherecci della zona portano al mercato del pesce di Amburgo i crostacei, merluzzi, anguille, aringhe e sogliole appena pescate.

Un’altra specialità di Amburgo è la Aalsuppe, che è una ricca e saporita zuppa di anguilla, la cui ricetta si dice abbia origini medioevali.
Sostanzialmente è un piatto unico ed anche molto sostanzioso, caratterizzato da un gusto deciso ma al contempo agrodolce.

Ingredienti per 6 persone:
- per la zuppa: 1 kg di anguilla, 1 cipolla, 2 carote, ½ cavolfiore, 300 gr di piselli freschi, 1 bicchiere di vino bianco, 2 cucchiai di aceto bianco,
1 foglia di alloro, una manciata di prezzemolo tritato, 6 grani di pepe e sale q.b, 200-300 g frutta disidratata, come pere (in proporzione maggiore), mele, prugne, albicocche.- per gli gnocchetti: 1 tazza di latte, 30 gr di burro, 40 gr di farina, 2 uova intere e 1 tuorlo.

Prendete l’ anguilla, pulitela e tagliatela in pezzi di 5 cm poi sbollentateli per 3’. In una pentola versate mezzo litro di acqua, il bicchiere di vino bianco secco, i due cucchiai di aceto bianco di vino, il prezzemolo mondato e tritato, la cipolla sbucciata e tagliata a fettine sottili, le carote mondate e affettate a rondelle, la foglia di alloro, il pepe pestato e una piccola presa di sale.

Portate a ebollizione e cuocete per 5’. Aggiungete dopo 5’ mezzo cavolfiore mondato e tagliato a pezzi con 300 g di piselli freschi e proseguite la cottura per altri 5’.

Nel frattempo sobbollire la frutta nell’acqua in cui è stata bagnate e nel vino; aggiungere la frutta (e il suo liquido) al brodo di verdure precedentemente preparato. A questo punto aggiungete l’anguilla a questo brodo e proseguite la cottura per 30’ schiumando di tanto in tanto.

Preparate i knödel (gnocchetti): scaldate il latte, unendo il burro, la farina setacciata e le due uova intere ed il tuorlo sbattuti.

Mescolate con un cucchiaio fino a quando il composto non avrà raggiunto una consistenza cremosa e togliete dal fuoco. Con l’aiuto di un cucchiaino, fate cadere piccole quantità di composto in una pentola colma di acqua salata al bollore e prelevate i knödel con una schiumarola quando vengono a galla.

Mettete nel piatto la zuppa con l’anguilla ed i knödel, regolate di sale e di pepe, se volete profumate anche di cannella e di noce moscata e servitela fumante.

Naturalmente tutti i piatti che gusteremo in questa eclettica città non potranno che essere accompagnati dalla birra, che in Germania è la regina indiscussa delle bevande e consapevoli che esiste una birra per ogni gusto, in estate gustatevi una Maibock, birra leggera e dissetante, in primavera provate la starkbier, birra forte e robusta.

Tra le molte birrerie di Amburgo, vi suggerisco di cercate la fabbrica della gustosissima Groninger è semplicemente fantastica!!!

Per gli inguaribili viaggiatori golosi ricordo che Amburgo è inoltre conosciuta in tutta la Germania anche come la città più golosa di tutta la nazione con il suo fantastico Marzipan, dolcissimo e delizioso marzapane.

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martedì 17 aprile 2012

Amburgo enogastronomica (prima

parte)

Salve inguaribili viaggiatori,

Dopo avervi parlato di Amburgo nell'articolo: Fra ponti e movida: Amburgo non posso non parlare del mondo gastronomico di Amburgo senza prima citare l’ormai universalmente conosciuto hamburger che dalla città anseatica ha preso solo il nome, portato negli USA dai numerosi immigrati tedeschi che partivano appunto da Amburgo.


La cucina di Amburgo è ben altra, dal pesce fresco dei ristoranti portuali a ogni genere di specialità, per i golosi questa città è il posto ideale.

Tra le ricette più caratteristiche vi segnalo Matjessalat, ovvero una specie di insalata di aringhe e patate, che ha sicuramente una forte influenza svedese.

Ingredienti:
200 gr di patate,
9 ravanelli,
50 gr di sedano,
1 cipolla
300 gr di filetti di aringa,
4 cucchiai di olio di mais (io preferisco sostituirlo con il nostro olio di oliva extravergine),
4 cucchiaini di senape forte (quella con i granelli di senape),
2 cucchiai di aceto di vino bianco,
un pizzico di zucchero
pepe macinato fresco.

Si procede lessando le patate e tagliandole a cubotti; nel frattempo si sciacquano sotto l’acqua i filetti di aringhe e si asciugano.

Si procede tagliando a striscioline i filetti di aringa. Si puliscono i ravanelli e si tagliano in quarti, si taglia a fettine sia il sedano che la cipolla precedentemente lavati.

Si assemblano tutti gli ingredienti preparati in una ciotola e si condiscono con una marinata composta da olio, aceto bianco, un pizzico di zucchero e senape piccante emulsionati assieme e si conclude con una macinata di pepe.

Il racconto di Amburgo sotto l'aspetto enogastronomico, continua su: Amburgo enogastronomica (seconda parte)

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mercoledì 11 aprile 2012

Nizza enogastronomica: dove Italia

e Francia si sposano (seconda parte)

Salve inguaribili viaggiatori

continuo oggi il racconto di Nizza sotto l'aspetto gastronomico, chi si fosse perso la prima parte, basta che clicchi su: Nizza enogastronomica: dove Italia e Francia si sposano (prima parte)

inguaribile viaggiatore Un capitolo a parte meritano le torte salate e tra queste da assaggiare sicuramente la classica Tourte de blettes, torta dolce o salata a base di bietola, Socca, torta salata a base di ceci oppure, la mia preferita, la pissaladière.

La pissaladière è un’ altra delle specialità più conosciute di Nizza e si può trovare in tutte le boulangerie (panifici) della città, come in tutta la regione della Costa Azzurra.

Si potrebbe considerare come una variante della pizza anche se la ricetta originale esclude la presenza della salsa di pomodoro ma è caratterizzata da “pissalat”, una sorta di crema salata a base di sardine e acciughe salate, che viene a volte sostituita da una crema di acciughe o da filetti di acciuga.

E’ possibile trovare anche la pissaladière, a base di pasta di pane con la sola cipolla.

Per sottolineare l’affinità culinaria con la liguria segnalo che nella provincia di Imperia esiste una variante italiana della ricetta, la Piscialandrea, che consiste in una focaccia con pomodori pelati, filetti di acciuga, olive e aglio.

La ricetta della Pissaladière è stata pubblicata con questo link: La Pissaladière (piscialandrea)

Restando tra le specialità di strada, vi segnalo il pan-bagnat, un panino imbottito con pomodori, tonno sott'olio, uova sode, peperoni crudi, cipolla, olive verdi e nere snocciolate, aglio, sgocciolato, filetti di acciuga, cetriolo, basilico.

Tutti gli ingredienti sono tritati finemente e lasciati insaporire in frigo per un’oretta prima di finire dentro a una baguette, o, come usava una volta, in una pagnottella di pane casereccio.

La regione di Nizza, inoltre, è famosa per le sue gustose e saporite olive, di dimensioni piccolissime, che si possono trovare sia nere che verdi.
Molto nota è la salsina tapenade, una crema a base di olive da spalmare sul pane che si può utilizzare per arricchire il momento dell’aperitivo.

Altra salsa originale della zona di Nizza e in generale di Costa azzurra e Provenza è Aioli, salsa a base di aglio, uovo e olio d’oliva, che nonostante la presenza di aglio ha un sapore gradevole e non molto forte.

Tra i dolci primeggia la crostata con la crema al limone, chiamata tarte au citron, che è una deliziosa e fresca crostata farcita con crema al limone.

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martedì 10 aprile 2012

Nizza enogastronomica: dove

Italia e Francia si sposano

Salve inguaribili viaggiatori,

ieri ho finito di raccontarvi di Nizza sotto l’aspetto storico artistico (leggi l'articolo: Nizza, la città della belle epoque ed oggi inizio a raccontarvi di Nizza in termini gastronomici.

La cucina di Nizza è il narrare di una cucina che si è conservata, sino ad oggi, con caratteristiche tipicamente italiane, con carattere molto mediterraneo, essendo influenzata dalla vicina cucina ligure, ma che non dimentica le sue origini francesi.

Anche se l’intero territorio si affaccia sul mare, la cucina tipica di Nizza, della Provenza e della Costa Azzurra è segnata sia dalla presenza di carne che di pesce.


Nella scoperta delle delizie che Nizza ci può offrire si può iniziare con una delle golose zuppe tipiche quali la zuppa al pistou, (minestra di verdura e fagioli) o la bouillabaisse, (zuppa di pesce, con grongi, scorfani, triglie, anguille con zafferano e olio di oliva); quest’ultima la consiglio a chi ama i piatti in cui si sente forte il sapore del mare e gradisce un piacevole gusto piccante.

Per quanto riguarda i secondi piatti tipici di Nizza, si spazia tra carne e pesce, rinomati sono la, Daube niçoise, spezzatino di manzo, specificatamente di guancia, o il più saporito daube de boeuf, (stufato di manzo, agnello e montone, cotti al vino rosso) o il più delicato Poche de veau farcie "lou piech", vitello farcito.

Per il pesce una menzione speciale va alla brandade de morue, (purea di stoccafisso) e non sono da perdere neppure i beignets de sardines, filetti di sardina fritti in una pastella di birra e chiara d'uovo montata a neve. Chi desidera un pasto veloce, rinfrescante ma nutriente troverà soddisfazione nella famosa insalata nizzarda, ovvero la salade nicoise.

E’ un’insalata a base di crudité, nella versione classica vi si trovano fette di cipolla, sedano, pomodori, peperoni (verdi o rossi), acciughe salate, basilico, olio d’oliva in abbondanza, olive salate di Nizza, aglio e sale.

Ingredienti:
Acciughe (alici) filetti sott'olio 8,
Tonno sott’olio 250 gr,
Basilico 10 foglie,
Cetrioli 1 grosso,
1 Cipolla,
Fave fresche sgranate 250 gr ,
Olio extravergine di oliva 1/2 bicchiere,
Olive nere denocciolate 60 gr,
Pepe macinato al momento a piacere,
Peperoni 1 verde e 1 giallo (piccoli),
Pomodori rossi e sodi 4 (circa 400 gr),
Sale q.b.,
Uova sode 4.

Dividete in quattro spicchi quattro uova sode, che avrete fatto raffreddare.
Lavate i pomodori, tagliate ognuno di essi in 8 spicchi, sbucciate il cetriolo, tagliatelo a fettine sottili, ponetelo in una ciotola, cospargete il tutto di sale e lasciate riposare. Nel frattempo preparatevi i peperoni facendoli cuocere sotto il grill del forno in modo che la pelle si scotti uniformemente, successivamente metteteli in un sacchetto di plastica chiuso e lasciateli li dentro ad intiepidire, dopodiché togliete loro la pelle e tagliateli a striscioline.

Una variante più rapida e croccante è quella di aggiungere i peperoni crudi tagliati a striscioline.
A questo punto estraete le fave dal loro baccello e se riterrete opportuno sbucciatele e poi a vostra discrezione aggiungetele all’insalata crude o scottarle in acqua bollente.

Proseguite tagliando a fettine sottilissime la cipolla e poi tagliate i filetti di acciughe e sbriciolate il tonno.

Pulite con un panno umido le foglie di basilico e spezzettatele grossolanamente con le dita.
inguaribile viaggiatore
Ora tutti i componenti della nostra insalata nizzarda sono pronti e quindi prendete un’insalatiera, metteteci dentro i pomodori e i cetrioli sgocciolati, le fave, la cipolla, i peperoni a filetti, le olive, le acciughe e condite con dell’olio extravergine di oliva, e pepe nero macinato al momento; fate attenzione con il sale, in quanto essendoci già le acciughe, potrebbe risultare troppo salata.

Mescolate delicatamente tutti gli ingredienti, e poi adagiate sopra l’insalata le uova sode.

La ricetta è semplice ma al contempo non essendo una ricetta depositata ufficialmente, è possibile trovare numerose varianti dell’insalata a seconda dei gusti del cuoco, così si possono trovare anche patate, fagiolini, riso o verdure cotte.

Per molti versi, la salade niçoise assomiglia molto al condiglione, un’altra insalata fresca e mista diffusa nel genovese e nell’imperiese. Le verdure sono ingredienti principe di molte altre ricette di Nizza, tra queste la famosa ratatouille, (stufato di cipolle, melanzane, zucchine, pomodori, peperoni e aglio), gli sfiziosi Beignets de fleurs de courgettes, fiori di zucca ripieni o Farcis niçois, verdura cotta ripiena.

Il viaggio enogastronomico a Nizza continua su: Nizza enogastronomica: dove Italia e Francia si sposano (seconda parte)
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giovedì 5 aprile 2012

Enogastronomia a Tirana

Enogastronomia a Tirana

Salve inguaribili viaggiatori

oggi andiamo alla scoperta di Tirana sotto l'aspetto enogastronomico.

Chi fosse perso il precedente articolo, lo recupera cliccando su:Tirana, una città da scoprire ed

La cucina di Tirana, è influenzata principalmente dalla vicinanza con Grecia e Turchia, i sapori e i profumi tipici della gastronomia albanese, se da una parte, sono dovuti a secoli di dominazione ottomana, dall'altra ricevono le influenze mediterranee.

Un inguaribile viaggiatore in cucina - meze
La cucina locale è caratterizzata da piatti unici, che sono per lo più composti da carne e riso, a volte accompagnati da piccoli antipasti (chiamati Meze).
Ad accompagnare questi deliziosi piatti unici si trova, anche, una varietà incredibile di ortaggi, quali cetrioli, cipolle, peperoni, melanzane, zucchine, okra, patate e pomodori.

Per quanto concerne le carni sono favorite quelle di agnello, di montone e di pollo, solitamente cucinate come stufati, spesso servite con il riso, o cotte alla brace.
Da sottolineare che iI fegato è considerato un cibo prelibato.

Ci sono, anche,diversi tipi di noci che vengono usati per preparare salse o piatti quali pule me arra, pollo alle noci.

Ingredienti:

500 g di pollo, 3-4 cucchiai di burro, ½ tazza da the di noci sgusciate, 5-6 spicchi d’aglio schiacciati, 1-2 cucchiai di farina, 2 cucchiai di aceto, 5-6 cucchiai di acqua, sale e pepe.
Lessare il pollo fino a quando la carne non risulta essere tenera e poi lasciarlo raffreddare prima di tagliarlo in quattro Conservare una tazza dell’acqua di cottura del pollo.
Sciogliere 2 cucchiai di burro in un’ampia padella, aggiungervi i pezzi di pollo e saltarli fino a che diventino leggermente dorati. Rimuovere i pezzi di pollo dalla padella e tenerli in caldo.Fare sciogliere il burro rimanente in una casseruola, aggiungervi la farina e lasciare cuocere, mescolando costantemente, fino a che il composto si è imbrunito.Aggiungere il brodo e portare ad ebollizione continuando a mescolare.
Aggiungere l’aceto, l’aglio, le noci, il sale e il pepe a piacere.
Mescolare e lasciare cuocere fino a che sia pronto. Disporre il pollo nei piatti e versare su ciascun piatto la salsa.

I piatti tipici a Tirana sono un crogiolo di sapori, come l'ottimo fërgesë (piatto composto da carne macinata di maiale, fritta e servita con il formaggio feta e aglio).
Ingredienti 400 g di pezzi di vitello, 200 g di formaggio salato o Feta, 1 cucchiaio di farina, 100 g di burro, 3 cucchiai di olio di oliva, 1 cipolla media, sale, pepe, peperoncino.

Tagliate il vitello e in pezzetti piccoli ed affettate la cipolla sottile. In una padella, mettete l'olio e friggete la carne e la cipolla per 15 minuti. In un’altra padella sciogliete il burro, aggiungete la farina, formaggio e pepe, sale e peperoncino. Mischiate tutti gli ingredienti insieme in una padella e mettete il tutto in forno a 350 gradi per 15 minuti. Servite caldo.

Non bisogna lasciare Tirana senza aver acquistato in uno dei numerosi panifici artigianali il pane tipico albanese, spesso viene gustato con delle ottime polpettine speziate di carne, preparate al forno, chiamate 'tave me qofte'.

Sicuramente vi verranno proposti i Dolma, tipici anche della cucina sia turca che greca, e cioè involtini di foglie di vite farciti con riso, carne macinata e spezie orientali. La ricetta è stata pubblicata nell'articolo: Istanbul gastronomica.
Per uno spuntino veloce potete cercare uno dei tanti locali che preparano i petë, una sorta di involtini di pasta fillo ripieni di formaggio e vegetali o con le patate; li potete trovare anche nella versione dolce per i più golosi e prendono il nome di baglava.

Un pranzo tipico in un ristorante a Tirana può iniziare con un antipasto d'insalata di spinaci con nocciole intere, condite con il rinomato olio d'oliva locale, può proseguire magari con una zuppa di zucca e pane tostato, accompagnata successivamente dai dolma di melanzane e peperoni o ripieni di carne d'agnello e riso.
Tra i dolci meritano di essere assaggiati il kanarikuj, una specie di bignè bagnato nel miele, o il kasolle me gjize,un involtino ripieno di ricotta, o ancora il kulaç,una deliziosa ciambella, o le petulla, delicate frittelle, e la nucia che ha la forma di un fantoccio con un uovo che raffigura il viso e i mustaculli,i mostaccioli.

I piatti che avrete il piacere di assaggiare sono sempre leggeri e mai pesanti, semplici ma interessanti come i luoghi che avrete visitato.

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mercoledì 28 marzo 2012

Italydifferent nelle Langhe e Roero. Enogastronomia (sesta parte)

Italydifferent nelle Langhe e Roero.

Enogastronomia (sesta parte)

Nei giorni scorsi vi parlato di Italy different nelle Langhe e Roero sotto l’aspetto storico, artistico e culturale.

Chi si fosse perso la prima parte, basta che clicchi su: negli articoli che iniziano con Italydifferent nelle Langhe e Roero. (prima parte)

 Un inguaribile viaggiatore nelle Langhe e Roero – Italydifferent - Bonnet
Ho anche iniziato a raccontarvi Italy different nelle Langhe e Roero sotto l’aspetto culinario, che i grandi intenditori definiscono enogastronomia, con l’articolo Italydifferent nelle Langhe e Roero. Enogastronomia. (prima parte)

Un altro dessert da veri intenditori è il bonet.

Ingredienti: quattro uova, otto cucchiai di zucchero in polvere, un bicchiere di latte, una manciata di amaretti sbriciolati, un cucchiaio di cioccolato in polvere, mezzo bicchierino di rhum, cinque cucchiai di zucchero.

Lavorate tre o quattro uova con lo zucchero in polvere e diluite con un bicchiere di latte tiepido, aggiungete una manciata di amaretti sbriciolati, un cucchiaio di cioccolato in polvere ed un pochino di rhum.

Mescolate il tutto con un cucchiaio di legno o con la frusta. A parte fate caramellare tre o quattro cucchiaiate di zucchero inumidito con un po’ di acqua in modo che resti colante e lasciatelo cuocere.

Appena vedrete che lo zucchero prende una leggera colorazione bionda toglietelo dal fuoco e versatelo nello stampo che avrete tenuto al caldo.
Fate in modo che lo zucchero possa velar il fondo e la parete del vostro stampo. Aspettate che si raffreddi. Versate poi il composto preparato in precedenza nello stesso stampo e mettetelo in un recipiente pieno d’acqua caldissima (l’acqua dovrà arrivare a un paio di dita dall’orlo) e cuocete a bagno-maria sul fornello o meglio nel forno.

La crema dovrà cuocere per circa un’ora. Quando constaterete che è rappresa, toglietela dal bagno-maria, lasciatela riposare per alcune ore in frigo, quindi servitela fredda, magari decorandola con qualche amaretto.

Domani farò alcune considerazioni finali sul blogtour Italy Different nelle Langhe e Roero inguaribile.viaggiatore(at)yahoo.it

martedì 27 marzo 2012

Italydifferent nelle Langhe e Roero. Enogastronomia (quinta parte

Italydifferent nelle Langhe e Roero.

Enogastronomia (quinta parte)

Nei giorni scorsi vi parlato di Italy different nelle Langhe e Roero sotto l’aspetto storico, artistico e culturale

Se vi siete persi i precedenti articoli, non vi resta che cliccare su: Italydifferent nelle Langhe e Roero. (prima parte)

Un inguaribile viaggiatore nelle Langhe e Roero – torta di nocciola tonda gentile delle Langhe IGP
Ho anche iniziato a raccontarvi Italy different nelle Langhe e Roero sotto l’aspetto culinario, che i grandi intenditori definiscono enogastronomia, con l’articolo Italydifferent nelle Langhe e Roero. Enogastronomia. (prima parte)

Nel nostro viaggio nelle Langhe e Roero, un capitolo a parte meritano i dolci del territorio, ingrediente principe è la nocciola tonda e gentile delle Langhe (IGP) che viene declinata in varie forme.

Si possono assaporare dei meravigliosi biscotti che possono essere piatti o tondi come i famosi baci di dama fatti con farina di nocciole e naturalmente cioccolato, non dimentichiamo che Alba è la città natale della Ferrero.

Si può usare la farina di nocciole anche per fare

lunedì 26 marzo 2012

Italydifferent nelle Langhe e Roero. Enogastronomia (quarta parte)

Italydifferent nelle Langhe e Roero.

Enogastronomia (quarta parte)

Nei giorni scorsi vi parlato di Italy different nelle Langhe e Roero sotto l’aspetto storico, artistico e culturale

Se vi siete persi i precedenti articoli, non vi resta che cliccare su: Italydifferent nelle Langhe e Roero. (prima parte)

Un inguaribile viaggiatore nelle Langhe e Roero – Italydifferent - bagnetto verde
Ho anche iniziato a raccontarvi Italy different nelle Langhe e Roero sotto l’aspetto culinario, che i grandi intenditori definiscono enogastronomia, con l’articolo Italydifferent nelle Langhe e Roero. Enogastronomia. (prima parte)

Ieri vi ho parlato del fritto misto alla piemontese che viene spesso accompagnato da salsine come la cognà o il bagnetto rosso o verde.

La cognà è una salsa a base di mosto d’uva, naturalmente fredda, che può accompagnare anche il bollito, la polenta o può essere spalmata su una fetta di pane per un’energetica merenda.

venerdì 23 marzo 2012

Italydifferent nelle Langhe e Roero. Enogastronomia (terza parte)

Italydifferent nelle Langhe e Roero. Enogastronomia (terza parte)

Italydifferent nelle Langhe e Roero.

Enogastronomia (terza parte)

Nei giorni scorsi vi parlato di Italy different nelle Langhe e Roero sotto l’aspetto storico, artistico e culturale

Se vi siete persi i precedenti articoli, non vi resta che cliccare su: Italydifferent nelle Langhe e Roero. (prima parte)

Un inguaribile viaggiatore nelle Langhe e Roero – fritto misto alla piemontese
Poi ho iniziato a raccontarvi di Italydifferent nelle Langhe e Roero sotto l’aspetto culinario, che i grandi intenditori definiscono enogastronomia, con l’articolo Italydifferent nelle Langhe e Roero. Enogastronomia. (prima parte)

Il nostro pranzo nelle Langhe e Roero all’insegna della tradizione continua con un piatto di ravioli del plin, ovvero dei gustosi agnolotti di forma rettangolare con un ripieno di carne brasata amalgamata con il riso, conditi con saporiti sughi di carne o con il più tradizionale

giovedì 22 marzo 2012

Italydifferent nelle Langhe e Roero. Enogastronomia (seconda parte)

Italydifferent nelle Langhe e Roero. Enogastronomia (seconda parte)

Italydifferent nelle Langhe e Roero.

Enogastronomia (seconda parte)

Nei giorni scorsi vi parlato di Italy different nelle Langhe e Roero sotto l’aspetto storico, artistico e culturale

Se vi siete persi i precedenti articoli, non vi resta che cliccare su: Italydifferent nelle Langhe e Roero. (prima parte)

Un inguaribile viaggiatore nelle Langhe e Roero - Italydifferent - vitello tonnè
Poi ho iniziato a raccontarvi Italydifferent nelle Langhe e Roero sotto l’aspetto culinario, che i grandi intenditori definiscono enogastronomia, con l’articolo Italydifferent nelle Langhe e Roero. Enogastronomia. (prima parte)

Un pranzo nelle Langhe e Roero non può mai iniziare senza una carrellata di antipasti e tra i più tradizionali possiamo annoverare la tartare, con il filetto di manzo crudo rigorosamente battuto a coltello e condito con olio e sale e il vitello tonnè (foto a sinistra), che per la cronaca nulla ha a che fare con il tonno, ma essendo luoghi con numerose risonanze francesi nel dialetto e con le più strane storpiature, sta per “vitello conciato” e nulla più.

E’ una ricetta che ha circa duecento anni di vita che prevede una salsina appetitosa da adagiare su sottili fettine di carne di vitello.

Ingredienti: una rotonda di coscia di vitello, una cipolla, due chiodi di garofano, due grani di pepe, un pezzo di cannella, due foglie di lauro, burro, dieci acciughe della salamoia, un cucchiaio di farina di grano, un tuorlo d’uovo sodo, dieci capperi, aceto bianco, acqua, sale.

Prendere la coscia del vitello, ricoprirla con parti uguali di

mercoledì 21 marzo 2012

Italydifferent nelle Langhe e Roero. Enogastronomia (prima parte)

Italydifferent nelle Langhe e Roero.

Enogastronomia (prima parte)

Territorio e cucina sono un binomio inscindibile che contribuisce al mantenimento dell’identità di una terra e del popolo che vive nelle Langhe e Roero.


Un inguaribile viaggiatore nelle Langhe e Roero - Italydifferent - tajarin

Dopo avevi parlato di Italydifferent nelle Langhe e Roero sotto l’aspetto storico, artistico e culturale negli articoli che iniziano con Italydifferent nelle Langhe e Roero. (prima parte) oggi inizio a raccontarvela sotto l’aspetto culinario, che i grandi intenditori definiscono enogastronomia.

Parlare di tutti i piatti è quasi impossibile, tanto è ricca la cucina delle Langhe e del Roero, nonostante le origini della rinomata gastronomia di queste zone sia nata dalle modeste condizioni economiche nei secoli passati.

martedì 13 marzo 2012

Istanbul gastronomica (seconda

parte)

Salve inguaribili viaggiatori,
Continuo oggi il racconto Istanbul anche attraverso i sui sapori e i suoi profumi, chi si fosse perso la prima parte, basta che clicchi su:Istanbul gastronomica (prima parte) mentre chi è più interessato agli aspetti storico culturali di Instanbul non deve perdersi l'articolo: Istanbul: una perla sul Bosforo


La carne si abbina spesso con la verdura, in ricette di sicura originalità, come I'etli biber dolmasi che si prepara con carne macinata, cipolla, menta, finocchio e prezzemolo, cui volendo si può unire del pomodoro tagliato a dadini. Si pulisce quindi l'interno di alcuni peperoni e si riem¬piono con il composto di carne, cuocendoli poi al forno per circa un'ora e mezza. Un'altra specialità classica è il bòrek, formato da sottili strati di pasta friabile - la yufku- ripieni di formaggio, erbe, spinaci, carne o pesce e servito come antipasto o come pietanza principale.
Tra i più apprezzati sono i sigara boregi, che non sono altro che "sigari" di pasta, con un ripieno di prezzemolo, uova e formaggio feta; che si servono principalmente di pomeriggio per accompagnare il tè.
Il contorno per eccellenza è il riso; il segreto di un buon riso consiste nel non farlo scuocere e nel impastare bene con giuste dosi di acqua o brodo, burro e sale.
L'acqua non deve superare i tre bicchieri, il burro deve essere in non più di tre cucchiai, il sale in non più di un cucchiaino. I metodi di cottura sono due: si possono gettare riso, burro e sale nell'acqua bollente e far cucinare a fuoco basso fino a completo assorbimento; oppure si fa sciogliere il burro rosolandovi il riso a fuoco medio per una decina di minuti, girando e aggiungendo progressivamente il brodo.

I piatti della cucina turca possono essere accompagnati da un bicchiere di vino e tra la gamma di bianchi e rossi, voglio segnalarvi il Doluta, il Kavaklidere, il Cancaya, il Dikmen e il Buzbag.
Altre bevande caratteristiche di quest’angolo di mondo sono I'ayran, (yogurt ghiacciato e allungato con acqua), la sita (succo di uva bianca non fermentato), la boza (ottenuta dal miglio fermentato, densa e dall'odore pungente), ma le due bevande nazionali, comunque, sono il tè, servito in bicchierini a forma di tulipano, e il caffè.

Per chi ama i dolci si troverà bene a Ístanbul, e non solo grazie all'helva, il celebre miele turco, ma anche per il cikolatli ay: una specie di cornetto turco al cioccolato che si ottiene tostando due etti di mandorle nel forno e tritandole una volta raffreddate. Il tutto viene riversato, insieme a 150 grammi di cioccolato fuso, in una casseruola anticipatamente riempita di burro e zucchero.

Con un cucchiaio si raccolgono tanti pezzi del composto così ottenuto e li si arrotola per ottenere dei bastoncini, di cui si assottigliano le estremità, per dare loro la forma di mezza luna tipica del cornetto. Si infornano a calore moderato per circa un quarto d'ora.
Le pasticcerie turche allietano vista e palato, con una notevole quantità di dolci. Ricordiamo soltanto, tra i più comuni la baklava: pasta sfoglia farcita con pasta di mandorle, miele e pistacchi e ricoperta di un denso sciroppo; i dilber dudagi, letteralmente "labbra della bella", dolcetti fatti con noci, mandorle, miele e sciroppo di rose; le hanim giibegi, frittelle farcite con crema zuccherata; il lokum di consistenza gelat nosa, a base di amido, nocciole, pistacchi e acqua di rose; i revani, una specie di babà alla crema.

Infine qualche piccola indicazione per orientarvi meglio nella vasta tipologia dei ristoranti turchi, che comprende sia ristoranti di classe che locali popolari.

Le lokanta sono trattorie a conduzione familiare dove viene proposta una cucina tipica semplice e gustosa, a prezzi modici.

Gli hazir yamek sono locali di ristoro dove i cibi sono presentati già esposti su un bancone pronti per essere serviti ed infine troviamo i kebapci o kofteci, locali specializzati nella preparazione del kebab e dei kófte.
Ricordatevi che è buona consuetudine lasciare al cameriere una mancia pari al 10% circa, sebbene il servizio sia già compreso nel prezzo.

Infine c’è da dire che a Istanbul non si corre certo il rischio di restare senza cibo per calmare un inaspettato attacco di fame, nelle piazze e nelle strade più animate compaiono venditori di semi e frutta secca, di frittelle, d'acqua e di limonata, mentre in piccoli chioschi si vendono alimenti di ogni tipo.

Ed adesso, per concludere la trattazione di Istanbul sotto l'aspetto culinario, vi rimando alla ricetta del: Il dolmasi turco

Alla prossima ricetta.
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lunedì 12 marzo 2012

Istanbul gastronomica (prima

parte)

Salve inguaribili viaggiatori,
Nel precedente articolo vi ho parlato di Istanbul e di cosa potete visitare (articolo Istanbul: una perla sul Bosforo), adesso vi racconto di Istanbul anche attraverso i sui sapori e i suoi profumi.


Quando si pensa alla cucina turca bisogna non dimenticare che raccoglie l’eredità della cucina Mediterraneo e l’Asia che la Turchia rappresenta. Un mix unico per equilibrio ed originalità, laddove le spezie profumate si mescolano con l’olio d’oliva, i sapori forti di montone e agnello convivono con piatti a base di verdure fresche.

La cucina turca è estremamente varia, colorata ma prevede ingredienti semplici quali: riso, carne, pesce, vegetali e frutta, uniti tra loro in modi fantasiosi ed elaborati; basti pensare che per preparare le melanzane esistano centinaia di ricette diverse.

È tuttavia indispensabile operare una ripartizione fra la cucina casalinga, che può richiedere una mattinata intera per l'elaborazione di un solo piatto, e la cucina dei ristoranti, che consta nella maggior parte dei casi nella preparazione del kebab, piatto forte della cucina turca, che consiste in un piatto di carne cucinato ai ferri, al cartoccio, alla panna, allo yogurt; in umido e persino contenuto in un panino in versione fast-food.

Quest’ultima molto conosciuta ed apprezzata anche al di fuori della regione medio-orientale.
250x250_IT_shk_log_110302 Un viaggio alla scoperta delle portate di un pasto turco inizia con le decine e decine di tipologie di antipasti (meze).

Seduti al tavolo di un ristorante, non resta che entrare in questo variopinto insieme di piatti, ricordando che i turchi usano condurre questo momento iniziale del pranzo con del raki, bevanda alcoolica aromatizzata all'anice.

Gli antipasti più apprezzati sono l'avarnaut cigeri (fegato fritto con cipolle), il batik yumurtas (caviale di muggine), la begyn salatasi (insalata di cervella d'agnello), la bórek (pasta sfoglia ripiena di carne tritata
con formaggio bianco e uova), le cig kofte (polpette di carne cruda e speziata), il siroz (piccoli sgombri salati e seccati, cotti alla griglia, macerati nell'aceto e leggermente conditi), le dalma (polpette di verdura ripiene con carne tritata o riso, pinoli e uva passa, ricoperte con un peperone seccato o una foglia di vite), il lakerda (pesce marinato e tagliato a pezzi), i midye dalmasi (molluschi farciti, cozze ripiene), il tarama (preparazione a base di uova di mollusco, olio e limone), le yaprak dolmasi ovvero foglie di vite farcite, di cui trovate la ricetta qui riportata.

Il percorso culinario prosegue con le zuppe (gorbasi) sono quasi sempre lattiginose e lievemente acidule, visto che i turchi non resistono alla tentazione di aggiungervi abbondanti quantità di yogurt. E poi, a volontà, spicchi d'aglio, peperoncino e cipolla. Solitamente le zuppe leggere vengono servite durante cene formali come prima portata e possono essere a base di pollo, con semolino e molteplici altri ingredienti. Le zuppe più ricche possono rappresentare un piatto unico e tra queste si segnalano la iskembe corbasi, una zuppa con trippe, la yayla corbasi, una minestra allo yogurt o la mercimek orbasi a base di lenticchie. Si tenga presente che molti anni fa le zuppe erano anche parte della colazione per alcuni turchi.

Si può proseguire con portate a base di pesce e tra le migliori specialità ci sono gli spiedini di kilic (pesce spada) con pomodori e peperoni, il lújer, un tipo di pesce azzurro che viene cotto alla griglia e il kalkan (rombo), che viene servito con spicchi di limone; oppure con dei piatti a base di carne e tra questi un posto di assoluta preminenza spetta alle vdiverse varietà di polpette a base di carne d'agnello, montone o manzo. Altri piatti diffusi sono le kiifte (polpette di carne che si possono ricoprire con salsa speziata), le kokorec (trippe di montone alla griglia su barbecue), il kuzu dolmasi (agnello farcito con riso pilàv).

Il racconto continua su: Istanbul gastronomica (seconda parte)

Alla prossima ricetta.
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martedì 20 dicembre 2011

Viaggio a Cipro Nord (quinta ed ultima

parte)

Salve inguaribili viaggiatori,

oggi continuo il racconto del mio viaggio nell'isola dova nacque Venere, ovvero Cipro Nord.

Chi si fosse perso la prima parte, basta che clicchi su: Viaggio a Cipro Nord (prima parte).

 Un inguaribile viaggiatore a Cipro Nord - Mese
Dopo avervi raccontato alcune delle bellezze di Cipro Nord, fedele al mio modo di intendere il viaggio, ovvero che un viaggio non può considerarsi tale senza un ulteriore viaggio nella cucina del paese che visito, vi racconterò il mio viaggio a Cipro Nord sotto l’aspetto culinario.

Nel corso dei secoli Cipro Nord è stata dominata da molti popoli e la sua cucina ha preso qualcosa da ognuno di loro, infatti non è difficile per gli inguaribili viaggiatori, notare tra i piatti che vi descriverò tra poco, le influenze della cucina greca, della cucina medio orientale e della cucina dell’Asia minore.

Per gli abitanti di Cipro Nord, l'ospitalità e la cordialità sono profondamente radicate nella loro psicologia ed invitare un ospite a cena, meglio rappresenta l’essenza della passione dei nord ciprioti per il cibo.

mercoledì 7 settembre 2011

Lungo la "Route des fromages": le

specialità casearie del Quebec


Salve inguaribili viaggiatori,
la meta che volevo oggi segnalarvi è la Strada dei formaggi e delle scoperte gastronomiche del Quebec in Canada.



Affinate i nasi e preparate le papille o Voi inguaribili viaggiatore cultori del Formaggio, perché luoghi impensabili sono pronti a stupirvi con prelibatezze casearie: chi di voi avrebbe mai pensato al Québec per un tour dedicato alla degustazione dei formaggi?
La Route des Fromages saprà invece stupire anche i palati più fini.

Ogni viaggiatore, dovrebbe conoscere un territorio attraverso i suoi sapori: attraverso i prodotti locali, nuovi gusti e combinazioni, tradizioni e legami con la terra.

Percorsi lungo strade che portano verso campi, caseifici, fattorie e allevamenti: sono circa una trentina i percorsi in Québec che prevedono soste agrituristiche, tra queste la Route des fromages et des trouvailles gourmandes (Strada dei formaggi e delle scoperte gastronomiche), nel Centre-du-Québec.

Formaggi di latte vaccino, di pecora, di capra: il Québec ha recentemente fatto un notevole salto di qualità nella produzione dei formaggi che si limitavano al cheddar e all’oka fino a poco tempo fa, ma che negli ultimi 10 anni sono diventati moltissimi ed eccellenti (si contano fino a 150 tipi di formaggio differenti), tanto che vengono elencati con orgoglio nei menu ed esposti sulle tavole dei migliori ristoranti.

Ogni regione ha le proprie produzioni e le proprie tipicità: la Route des fromages è solo una breccia che si apre a chi la percorre, sui sapori dei latticini del Centre-du-Québec, un’avventura gourmande che permette di apprezzare almeno una buona parte della diversità di prodotti unici che il Québec offre nella casearia.

Il Québec si è sempre distinto nel Nord-America nella produzione dei formaggi, ergendosi a precursore sin dal 1881, quando nel granaio di Édouard-André Barnard a Saint-Denis-de-Kamouraska si costituì la prima scuola di formaggi. Nel 1893 nasce la scuola casearia di Saint-Hyacinthe, oggi meglio conosciuta sotto il nome di Institut de technologie agroalimentaire (ITA).

Seguendo la Route des fromages si può anche incappare in splendidi campi rosso vivo: è la canneberge, il mirtillo rosso, conosciuto da molti in Italia anche con il nome anglofono di ‘cranberry’ e chiamato ‘atoka’ dai nativi.

La canneberge tinge i campi dei dintorni di St-Louis de Blanford, capitale del mirtillo rosso appunto, di un rosso acceso. La raccolta che si effettua in autunno, finisce per il 70% in 3 principali industrie del Québec che lo trasformano, mentre il restante 30% viene esportato negli Stati Uniti, altro grande produttore e consumatore del frutto.

E’ chiaro che la raccolta, come si conviene in queste occasioni, viene accompagnata da una grande festa, che ha date diverse a seconda delle località.

Il Québec detiene il maggior numero di produttori di mirtillo rosso biologico.

Per maggiori informazioni Route des fromages et des trouvailles gourmandes (Strada dei formaggi e delle scoperte gastronomiche) e sul Quebec in generali, visitate il sito: www.bonjourquebec.com/it

Alla prossima meta.

mercoledì 4 maggio 2011

I vini di Capriano del Colle.


Salve inguaribili viaggiatori,
volevo oggi raccontarvi la mia giornata alla 45° edizione di Vinitaly che ogni anno si conferma come la più importante appuntamento internazionale legato al vino ed ai distillati, che si è svolta a Verona dal 25 al 28 marzo.


 Un inguaribile viaggiatore a Capriano del Colle – panoramaIo sono andato nella giornata del 26 marzo ed ho visitato tutti i padiglioni, italiani e stranieri, ma quello che ho preferito è stato il padiglione organizzato dalla regione Lombardia, per promuovere i suoi ottimi vini.

All’interno del padiglione riservato ai vini lombardi, mi sono fermato allo stand del Consorzio Capriano del Colle DOC (sito internet: www.consorziovinicapriano.it dove ho scoperto che nel territorio dei Comuni di Capriano del Colle e di Poncarale c’è Parco Agricolo Regionale del Monte Netto (sito internet: www.parcomontenetto.it) che è un altopiano formato da terreni calcareo argillosi, che per le sue caratteristiche del terreno e l’esposizione al sole, produce diversi vini molto buoni, tra i quali il Capriano del Colle DOC bianco (o Trebbiano), il Capriano del Colle DOC rosso e rosso riserva.

Ho parlato con Davide, che è uno dei titolari dell’Azienda agricola Lazzari, azienda a conduzione familiare che è situata, nella zona di Capriano del Colle a circa 10 km a sud di Brescia.
L'Azienda Agricola Lazzari (foto sotto) opera da ormai da tre generazioni ed ha 9 ettari di vigneti coltivati con il sistema "Guyot" e "Cordone Speronato", dove la vendemmia è la ripetizione fedele di una tradizione, di una passione, di una cura iniziata dal nonno paterno.

Vivendo con i prodotti della natura, l’aspetto ecologico dell’intera filiera di produzione è tenuto molto in considerazione dall'Azienda Agricola Lazzari che, grazie alla bassa resa per ettaro dei suoi terreni, l’istallazione dei pannelli fotovoltaici e lo studio sull’etichettatura delle sue bottiglie con etichette di carta è molto vicina all’obiettivo che si era posto, ovvero che il bilancio di CO2 della sua produzione sia vicino alla zero. Un inguaribile viaggiatore a Capriano del Colle – Azienda agricola Lazzari

I vitigni impiegati dall'Azienda Agricola Lazzari sono quelli previsti dal disciplinare di produzione del Consorzio Tutela Vini DOC Capriano del Colle: "Sangiovese» ", "Marzemino", "Merlot", "Barbera", "Trebbiano Lugana", "Chardonnny".

In questa occasione, ho avuto la possibilità di assaggiare il Capriano del Colle DOC bianco, che si presenta con un colore giallo paglierino, con riflessi verdognoli. All’olfatto si offre con note floreali, delicato e gradevole. Il gusto è secco e rivela una struttura particolare.
E’ perfetto per accompagnare antipasti, piatti di pesce e portate con rane e lumache. Si presta anche ad affiancare i tradizionali “casonsei”.

Ho assaggiato anche il Capriano del Colle DOC Rosso ed il Capriano del Colle DOC Rosso Riserva.
Il Capriano del Colle DOC Rosso è ottenuto dal sapiente mix di uve di Sangiovese, Marzemino, Barbera, con possibili aggiunte di Merlot e/o Incrocio Terzi.
Gli occhi notano subito il colore rosso rubino carico ed all’olfatto si presenta etereo, ampio, leggermente vinoso e caratteristico. Al gusto è secco, pieno e vellutato. E’ adatto a primi saporiti, carni bianche speziate e carni rosse

 Un inguaribile viaggiatore a Capriano del Colle – vignetoAppartiene alla tipologia Riserva, il vino invecchiato per almeno due anni. Si tratta di un vino ampio, avvolgente, giustamente tannico, di ottima ed elegante struttura. Si presta a essere servito con secondi piatti di carne sottoposti a lavorazioni complesse come arrosti, carni rosse saporite e al tipico spiedo bresciano. Il Capriano del Colle Rosso Riserva DOC dell’Azienda agricola Lazzari è dedicato agli Arcangeli Michele e Gabriele, patroni della parrocchia di Capriano del Colle, infatti si chiama “Riserva degli Angeli”.
Determinante nella caratterizzazione di tale vino è l'importante diradamento che l’azienda agricola Lazzari ha effetuato direttamente sulle proprie viti, la raccolta tardiva delle uve e la maturazione di almeno 12 mesi in Barrique e 6 in bottiglia.
Tra i vari premi ottenuti , vi ricordo che nel 2010 ha ottenuto la gran menzione al concorso enologico internazionale del Vinitaly.

Tutti i vini che ho assaggiato, mi sono piaciuti molto ed allora ho deciso di comprarne qualche bottiglia da degustarmi a casa e per fare un omaggio ai miei amici e parenti.

Un’ottima iniziativa per conoscere la bontà dei vini prodotti dalle aziende consorziate nel Consorzio Capriano del Colle DOC di cui l'Azienda Agricola Lazzari fa parte, avverrà Domenica 29 maggio, quando le aziende resteranno aperte tutto il giorno, per permettere a tutti gli inguaribili viaggiatori e non di degustare il loro vino in abbinamento a prodotti tipici locali direttamente presso le loro cantine. La partecipazione è gratuita e non necessita di prenotazione.
Se andate nell'Azienda Agricola Lazzari, si suggerisco di chiedete di Davide e dite che siete degli inguaribili viaggiatori e vi sarà riservato un trattamento di favore.

Per maggiori informazioni sui vini:
Azienda agricola Lazzari
Via Mella, 49
25020 Capriano del Colle (BS)
Tel e Fax 030.9747387 - CelI. 338.8695695 - 334.3015646
Email: info@lazzarivini.it
Sito Internet: www.lazzarivini.it

Alla prossima meta.
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Se ti è piaciuto questo post, allora molto probabilmente ti piacerà anche: L'eroica Brescia oppure Tour in auto d’epoca nella valtenesi oppure Modena: Tra buona tavola ed arte.

SCHEDA TECNICA CAPRIANO DEL COLLE


Per ulteriori informazioni:
Comune di Capriano del Colle
Via Garibaldi, 33
25020 Capriano del Colle
Tel. 030-9748683 - Fax 030-9747384
Email: info@comune.capriano.bs.it

Provincia di Brescia
Via Musei, 32
Tel +39.030.3749438 +39.030.3749916
Fax +39.030.3749982
Email: promozione.turismo@provincia.brescia

Consorzio Tutela Vini d.o.c. - Capriano del Colle
c/o Ente Vini Bresciani
Viale della Bornata 110, 25123 BRESCIA
Tel: 030 364755 - Fax: 030 364775
E-mail: info@consorziovinicapriano.it oppure info@entevinibresciani.it

Azienda agricola Lazzari
Via Mella, 49
25020 Capriano del Colle (BS)
Tel e Fax 030.9747387 - CelI. 338.8695695 - 334.3015646
Email: info@lazzarivini.it

Siti Web:
Sito del Comune di Caprino del colle : www.comune.capriano.bs.it

Sito del Parco Monte Netto: www.parcomontenetto.it

Consorzio Capriano del Colle DOC: www.consorziovinicapriano.it/

Azienda agricola Lazzari : www.lazzarivini.it

Come si raggiunge:
In auto:
Autostrada A4 Uscita Brescia Ovest
Da Brescia, prendere la strada provinciale "Quinzanese".
In treno:
Linea ferroviaria Milano-Venezia - Stazione di Brescia
In aereo:
L’aeroporto più vicino è l’aeroporto di Brescia, dove atterrano gli aerei di molte compagnie low cost.
Distanze: Roma 578 Km, Milano 107Km, Venezia 196Km
Periodo consigliato: Tutto l’anno